ITINERARIO NEL CENTRO STORICO: PALAZZO PALMIERI

Progetto di potenziamento: Scopriamo la città e il suo territorio POLO LICEALE GALILEO GALILEI di MONOPOLI (BA), Studenti: Alessandra Colucci, Giovanni Scagliusi Classe: III Sez: A Classico A.S.: 2016/2017 Docenti: Maria De Mola, Cinzia Palazzo, Raffaella Rotondo, Patrizia Melone, Patrizia Dormio, Arianna Lillo, Dirigente: Cazzorla Martino

Anche quest’anno il Polo Liceale di Monopoli (Ba), ha avviato un progetto di potenziamento dell’Offerta Formativa dell’Istituto che ha offerto a noi studenti la possibilità di scoprire il centro storico di Monopoli in tutte le sue particolarità, la masseria fortificata Spina, il sito e museo archeologico di Egnazia. Inoltre abbiamo avuto la possibilità di partecipare alle giornate FAI di primavera e alle giornate delle dimore storiche “Cortili aperti”. Il nostro percorso tematico ha riguardato “Palazzo Palmieri”, che si trova nell’omonima piazza con al centro una fontana quadrilobata.

Il “Palazzo Palmieri” è un edificio situato nell’omonima piazza nel centro storico di Monopoli, ricavato dall’abbattimento di un palazzo appartenuto prima agli Affatati e poi ai Palmieri.L’equipe della sovrintendenza indagando quest’area, attraverso una stratificazione di cinque metri, ha evidenziato l’estensione del villaggio capannicolo protostorico, presente anche sotto la chiesa di S. Teresa. Lo scavo ha documentato il sito come luogo di frequentazione dal 1500 al 1150 a.C.

Il palazzo fu commissionato da Francesco Paolo Palmieri, appartenente a una ricca famiglia di origine francese, che si stabilì in Puglia nel ‘500 e il cui ultimo rappresentante, Francesco Saverio, morì nel 1921. Fu progettato dall’ingegner  Giuseppe Palmieri, di origine Francavillese, che si trasferì a Monopoli all’inizio del  ‘700; quindi non aveva niente a che fare con la famiglia nonostante l’omonimia. Egli lavorò per il palazzo vescovile e il muraglione e per la cattedrale insieme all’ingegner Pietro Magarelli.

La famiglia Palmieri, di origine francese, passò in Italia, dove si diramò in molte città dal Salento fino alla Lombardia e ottenne numerosi feudi. Era presente a Napoli sin dai tempi angioini.

Antonio Palmieri, nobile napoletano, cavaliere dell’Ordine di Alcantara(ordine a imitazione di quello dei Templari), fu professore all’Università di Napoli e Ambasciatore a Venezia e a Roma per incarico del re Ferrante I d’Aragona.  Fu sepolto a Napoli nella cappella gentilizia della famiglia.

Giunti a Monopoli nel XVI secolo, i Palmieri si affermarono in posizioni di rilievo nella vita socio-economica e politica del paese. Il cognome deriva dal termine medioevale palmerius, attribuito a quanti avevano effettuato il pellegrinaggio in Terra Santa e ritornavano portando con sé un ramoscello di palma. Il cognome Palmieri è assolutamente panitaliano, con ceppi importanti in Campania, Lazio e Puglia.

1 stemma

La rosta reca lo stemma di famiglia che ha lo sfondo azzurro con al centro tre rami di palma al naturale impugnati e accostati da due stelle d’oro a sei raggi. Un altro stemma è presente sulla chiave dell’arco in “Vico delle palme’’, arco che collega il palazzo al giardino. Su di esso di legge, in parte, il motto della famiglia “JUSTUS UT PALMA FLOREBIT’’ ovvero “ IL GIUSTO FIORISCE DALLA PALMA’’. È noto che il simbolo delle palme contraddistingueva i pellegrini che si recavano a pregare sui luoghi santi di Gerusalemme e che portavano i simboli della croce o della palma, da cui Crociati o Palmieri.

Attualmente lo stabile è proprietà di un istituto pubblico di assistenza e beneficenza (la ASP “Romanelli-Palmieri”) che mira a valorizzare l’edificio e a promuovere il suo restauro attraverso una serie di iniziative finalizzate alla raccolta fondi.

ESTERNO

 

 

 

La piazza, con la caratteristica fontana barocca a base quadrilobata con corpo a quattro facce, fu ristrutturata negli anni venti del Novecento.

 

Lo stile del palazzo è chiaramente tardo-barocco. Il prospetto presenta, in basso, una zoccolatura in bugnato e, in alto, un cornicione di pietra levigata.

 

L’ingresso principale è costituito da un imponente portale rococò, in pietra calcarea.   Il portone è incorniciato da due colonne, di ordine ionico con capitello e architrave, con fregio e cornicione, che sostengono un balcone mistilineo.

Tutte le finestre della facciata sono riccamente decorate da timpani ornati con volute e ghirlande in pietra calcarea. L’intero apparato  decorativo della facciata riconduce nella freschezza e nella chiarezza delle sue soluzioni al repertorio decorativo di Domenico Antonio Vaccaro.

INTERNO

 

Entrando nel portone l’ingresso presenta una volta a vela con un affresco che illustra lo stemma della famiglia con lo scudo e circondato dalle insegne del potere (spade, corona, tamburo, bandiere)

Attraverso un arco a tutto sesto in tufo con inserti in pietra sostenuto da due pilastri, si accede ad un grande atrio, su cui si affacciano le finestre degli ambienti interni, con le pareti decorate con uno zoccolo in bugnato rustico, aperture ad oculo e cornici ovali.

 

 

Dal grande e suggestivo atrio si accede ai vari piani ed al lastrico solare tramite una scenografica scala a tenaglia con le logge che, sviluppandosi su 4 livelli, dominano la prospettiva del palazzo e assumono il ruolo di quinta scenografica; la scalinata presenta diverse decorazioni tra cui una graziosa Madonna dipinta in un ovale che necessita di restauro.

 

Dalla scalinata, che si divide in due rampe, si accede al mezzanino dove trovava ospitalità il personale di servizio e che dava accesso al giardino e poi al piano nobile e infine all’ultimo piano che era dedicato agli ospiti. Il piano nobile, costituito da un susseguirsi di stanze eleganti quasi tutte affrescate in stile rococò e preziosamente pavimentate in maiolica, era l’abitazione del marchese. La stanza principale, corrispondente alla balconata sul portale, è detta “galleria” perché fu realizzata in origine per ospitare collezioni di quadri, anfore e monete antiche. La stanza presenta sulle pareti diversi ovali che raffigurano gli avi della famiglia. Accanto a questo ambiente c’è la camera padronale con annessa una piccola cappella privata con un altare in stucco marmorizzato decorato con volute e sovrastato dalla scritta latina “domus orationis” cioè casa di preghiera. La cappella è collocata all’estremità della facciata, sul caratteristico Vico del Vento(così denominato per la sua posizione sferzata sempre dai venti) che conduce direttamente al mare. Le porte sono in legno dipinto in stile rococò  con cornici decorate e motivi decorativi floreali dalle linee sinuose e armoniose in cui prevalgono i colori bianco, azzurro e oro.

L’ultimo piano, oggi non visitabile per le cattive condizioni di degrado, accoglieva degli ambienti riservati agli ospiti e ai parenti. Particolarmente interessante è la presenza di una scala segreta, ricavata nello spessore della muratura, che partendo dalla cucina, collocata nel mezzanino, conduceva ad un’ uscita direttamente sul retro dell’edificio, nei pressi del giardino. La presenza di questa scala si giustifica, molto probabilmente, essendo i Palmieri esattori di imposte, come una uscita che serviva ai signori come via di fuga. In alcune stanze si conservano ancora i pavimenti originali a riggiole di fattura napoletana.

Bibliografia: Stefano Carbonara “Monopoli, viaggio tra cronaca e storia” – ArtStampa 2012

 

PALAZZO PALMIERI

 

HISTORY

Located in the homonymous square in the historic city centre of Monopoli, “Palazzo Palmieri” (Palmieri Palace) is a building obtained from a former palace, that belonged to the Affatitis family at first and later to the Palmieris. By investigating this area through a five-meter stratification, the check handing team  highlighted the extent of a proto-historic village, also present under the church of Saint Teresa. The excavation documented the existence of settlements dating back 1500 to 1150 BC.

The palace was commissioned by Francesco Paolo Palmieri, a member of a noble family of French origin, who settled in Puglia in the fourteenth century and whose last representative Francesco Saverio died in 1921. The palace was designed by the engineer Giuseppe Palmieri, who moved to Monopoli in the early sixteenth century, but he was not related to Palmieris. Giuseppe Palmieri worked for the bishop’s palace and for the embankment and together with the engineer Pietro Magarelli for the cathedral.

Palmieris moved to Italy where it branched off into many cities from Salento to Lombardy and gained many estates. The family had been in Naples since Angevin times.

Antonio Palmieri, Neapolitan nobleman, knight of the Order of Alcantara (imitation of the Templars order), was professor at the University of Naples and Ambassador in Venice and Rome for the office of King Ferrante I of Aragon. He was buried in Naples in the family chapel.

When they settled in Monopoli in the sixteenth century, Palmieris positioned themselves in important social, economic and political roles within the city.

Their last name is named after the medieval term “palmerius”, referring to those who had made the pilgrimage to the Holy Land and returned carrying a palm branch. Palmieri is definitely a pan-Italian surname, with important strains in Campania, Lazio and Puglia.

The last heir, the Marquis Francesco Saverio, had an asylum named after his mother, Neapolitan nobleman Teresa Palmieri D’Alaya Valva, and a school of arts and crafts. Finally, the palace hosted the State Art Council from 1965 to 1990.

The family coat of arms has the blue background with three natural palm branches at the center gripped and joined by two golden stars with six rays. On the arch key in Vico delle Palme, there’s another coat of arms of the family under the motto “JUSTUS UT PALMA FLOREBIT” (the right flows from the palm). It connects the palace to the garden. The symbol of the palms distinguished pilgrims who reached the holy places of Jerusalem and those who carried the symbols of the cross or of the palm. In fact, Crusaders and Palmieri were named after those symbols. Currently, the portal is poorly preserved, so the municipality aims to value the building and promote its restoration through a series of initiatives.

 

OUTSIDE

The square, with its characteristic four-faced baroque fountain with a quatrefoil base, was restored in the 1920s. The palace style is clearly late-baroque. The prospectus has, at the bottom, a truncated truss and, above, a polished stone cornice. The main entrance is made up of an impressive rococo portal, in limestone. The door is framed by two columns of Ionic order with the capital and the lintel, with the frieze and the cornice, supporting a mistilineous balcony. All the facade windows are richly decorated with tympanums decorated with limestone volutes and garlands. The entire decorative equipment of the facade leads, thanks to the freshness and clarity of its solutions, to the decorative repertoire of Domenico Antonio Vaccaro.

 

INSIDE

Entering the door, the entrance presents a ribbed vault with a fresco that illuminates the family’s coat of arms with the shield and surrounded by power signs (swords, a crown, a drum, flags). Through a rounded arch made of tuff with stone inserts supported by two pillars, people can access a large atrium, with its interior windows, with walls decorated with a rustic oak base, ocular openings and oval frames.

On the ground floor there were stables with the saddle rooms and ample environments to host the carriages whereas in the basements there were wineries and oil storages.

From the large and evocative lobby visitors can reach various floors and the solar panel through a stunning staircase with logge, which unfold on 4 levels and dominate the palace, taking the role of a fifth scenography. It presents different decorations including a graceful painted Virgin Mary in an oval that needs restoration. From the stairway, which divides into two flights, you access the mezzanine where the service staff was hosted and gave access to the garden and then to the noble floor and finally the last floor that was dedicated to guests. The noble floor, consisting of a succession of elegant rooms almost entirely frescoed in rococo style and preciously paved in majolica, was the Marquis’s residence. The main room, corresponding to the balcony on the portal, is called “gallery” because it was originally built to host collections of paintings, amphorae and ancient coins. The room presents on the walls different ovals that portray the ancestors of the family. Next to this room is the master bedroom with a small private chapel with a marbled stucco altar decorated with volutes and overlaid by the Latin word “domus orationis”, that is, a house of prayer. The chapel is located at the end of the façade, on the characteristic Vico del Vento (so called for its always-winded position) leading directly to the sea. The doors are made of wood and painted in rococo style with decorative frames and floral decorative motifs with sinuous and harmonious lines in which white, blue and gold are prevalent.

The last floor, now impossible to visit for the bad conditions of degradation, welcomed spaces reserved to guests and relatives. Particularly interesting is the presence of a secret staircase, made in the thickness of the masonry, which, starting from the kitchen, placed in the mezzanine, led to a direct exit to the back of the building, near the garden. The presence of this staircase is justified, most likely, being the Palmieri tax collectors, as a way of escape. In some rooms there are still original floors of Neapolitan workmanship.

 

 Studenti: Colucci Alessandra, Scagliusi Giovanni

Polo Liceale di Monopoli (BA) Classe: III Sez: A classico A.S.: 2016/2017

ISTITUTO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE – Polo Liceale “Galileo Galilei” – Monopoli
Liceo Classico – Liceo Linguistico – Liceo Scienze Umane – Liceo Scientifico – Liceo Scienze Applicate
Via San Marco n.1 (ang. Via Verdi) – 70043  Monopoli (BA)
CF: 80022630729 – Codice Univoco Ufficio UFD7X1
tel./fax 080.9301730  email: bais00100q@istruzione.it  –  email cert.: bais00100q@pec.istruzione.it

logo rete UNESCO E POLO